Nuova legge sulla maternità surrogata in Thailandia
La Thailandia ha ora una legge che riguarda direttamente la maternità surrogata, cioè la pratica per cui una donna che non è necessariamente la madre genetica di un nascituro porta avanti la gravidanza per i genitori previsti. La legge sulla protezione dei bambini nati attraverso le tecnologie riproduttive assistite (Assisted Reproductive Technologies Act) è stata promulgata nel 2015 (B.E. 2558). La maternità surrogata è vietata in alcune giurisdizioni, ma altre giurisdizioni l'hanno considerata legale. I cittadini thailandesi possono partecipare alla maternità surrogata solo per scopi altruistici (a differenza della maternità surrogata commerciale).
Le leggi thailandesi sono criticate per questioni etiche durante il processo di maternità surrogata e per le preoccupazioni relative al bambino. In Thailandia, in particolare, questa pratica è stata problematica in quanto collegata alla tratta di esseri umani e al traffico di bambini. Un'altra questione è chi sarà la madre del bambino: la madre surrogata thailandese o la madre genetica. La nuova legge thailandese sulla maternità surrogata sembra inserire la Thailandia nel gruppo di Paesi in cui la maternità surrogata è consentita solo per scopi altruistici, in quanto la sezione 24 prescrive che la maternità surrogata non può essere praticata per scopi commerciali (cioè turismo surrogato, maternità surrogata internazionale o maternità surrogata transfrontaliera). Inoltre, un comitato composto da esperti in vari settori medici deve approvare ogni caso di maternità surrogata.
Il Codice civile e commerciale thailandese contiene molte norme relative alla paternità, ma non dice molto su chi sia la madre legale di un bambino, ad eccezione della sezione 1546 del Codice civile thailandese, che stabilisce che il figlio nato da una donna non sposata con un uomo è considerato figlio legittimo di quella donna, a meno che la legge non disponga diversamente. In passato, nella maggior parte dei casi era chiaro chi fosse la madre legale di un bambino (la donna che lo aveva partorito), mentre la questione della paternità è sempre stata incerta.
Con le numerose opzioni di maternità surrogata e le nuove tecnologie riproduttive disponibili, come la fecondazione in vitro e l'inseminazione artificiale, la maternità legale deve essere determinata dalla legge, poiché un bambino potrebbe avere tre diverse "madri": la madre genetica (donatrici di ovuli), la madre che ha partorito (madri surrogate) e una madre sociale. Nelle giurisdizioni in cui la maternità surrogata è vietata, come in Germania, la donna che ha dato alla luce un bambino è considerata la madre di quel bambino anche se non è la madre genetica. La nuova legge thailandese determina la questione in modo diverso: Secondo la sezione 29 della legge che prevede la protezione dei bambini nati attraverso le tecnologie di riproduzione assistita (ART), un bambino sarà il figlio legale dei genitori previsti, che devono essere una coppia sposata. In base alla Sezione 33, ai genitori richiedenti è persino vietato negare la propria paternità.
Quale sarà il rapporto giuridico tra la madre surrogata e il figlio surrogato che ha dato alla luce? La legge dice relativamente poco al riguardo, tranne nel caso in cui entrambi i genitori previsti muoiano prima della nascita. La sezione 29, paragrafo 2, stabilisce che i genitori genetici non hanno alcun diritto o dovere nei confronti del bambino. Ciò crea confusione perché almeno uno dei genitori genetici è allo stesso tempo il genitore richiedente ai sensi dell'articolo 22, che sarà quindi il genitore legale.
Juslaws & Consult offre una traduzione gratuita della Legge sulla protezione dei bambini nati attraverso le tecnologie di riproduzione assistita (ART) come traduzione non ufficiale. Si prega di notare che solo la versione tailandese della legge è autorevole e non ci assumiamo alcuna responsabilità per la correttezza della traduzione.
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